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NO!

Oggi, navigando sul web, ci siamo imbattuti in un articolo dello psichiatra e sociologo padovano Paolo Crepet, nel quale analizza il rapporto delle nuove generazioni di genitori e figli. Con il lavoro che facciamo, ci troviamo spesso a confrontarci col quadro che il sociologo così ben descrive. Abbiamo perciò pensato di pubblicarne un estratto:

 

«Se tuo padre e tua madre non ti hanno mai detto un no da quando sei nato, il primo no che ti dice un esterno non lo accetti. L'educazione è una fatica che nessuno è più disposto a fare: coinvolge i genitori, i nonni, gli educatori, anche quelli fuori scuola a incominciare dall'ambito sportivo. Tutto questo ha una ricaduta drammatica: è una generazione che non conosce più i sogni perché non sono state insegnate le passioni. A forza di dire di sì tutto diventa grigio, si perdono i colori. Tutto è anticipato rispetto a ieri, oggi a 13 anni fai la vita che una volta si faceva a 18. La società anticipa i suoi riti: prima maturi, prima diventi consumista. Oggi un ragazzino di 13 anni al telefonino si compra quello che vuole e questo crea una sproporzione, è una maturazione fittizia: non sei maturo perché sei su Facebook, ma se hai una tua autonomia. Oggi giustifichiamo tutto, non conosciamo i nostri figli, siamo abituati a non negare loro mai niente, a 13 anni le figlie fanno l'amore e non ci sono molte mamme che svengono alla notizia. Si consuma tutto troppo in fretta, anche la vita».

 

«Il problema è prima dei genitori che hanno sempre una responsabilità in più rispetto ai figli. Finché campi conservi una responsabilità nei confronti dei figli, anche quando sono adulti negli atti che faranno si rifletterà l'educazione che hai dato. Ma le cose sono cambiate improvvisamente, il mercato del lavoro è diverso e anche la proposta educativa si è allungata all'infinito. Una volta il diploma era più che sufficiente per lavorare, adesso non basta più una laurea. Hai un terzo della vita che è formazione e questo cambia la prospettiva, i bisogni, la necessità e anche i consumi. E perché tutto sia possibile, esige una famiglia che non è più educativa, ma economica. Il valore di una famiglia è passato da educativo a commerciale. I genitori da educatori sono diventati un bancomat».

 

Crediamo che quanto pubblicato possa essere un buon punto di riflessione per capire come la nostra società stia cambiando a partire dal nucleo più importante: la famiglia.

 

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Commenti: 10
  • #1

    Flavia (giovedì, 15 marzo 2018 16:30)

    E' vero , e sono d'accordo. Ma come si fa a dire no a certe richieste?Non è sempre facile

  • #2

    Francesca (giovedì, 15 marzo 2018 16:33)

    Io non dico no. Se dici no i nostri figli si sentono diversi dagli altri e non è giusto

  • #3

    Flavia (giovedì, 15 marzo 2018 16:38)

    Signora Francesca, facendo così i ragazzi crescono viziati ed alienati. E' con i no che si provvede anche alla loro crescita

  • #4

    Barbara (giovedì, 15 marzo 2018 16:52)

    Anche se con tanta fatica porto avanti anch'io questo pensiero. I no devono esserci, ma non dobbiamo cadere nell'essere genitori dittatori! Al no deve seguire la spiegazione del perchè c'è la negazione.

  • #5

    Elvira (giovedì, 15 marzo 2018 17:08)

    Il dialogo tra genitore e figlio è fondamentale così come il "no"... certo va spiegato e motivato in ogni caso! Non possiamo cedere ad ogni pretesa del bambino... infondo se guardiamo al passato quanti no abbiamo avuto dai nostri genitori? Eppure ad oggi non mi sembra così sbagliato...

  • #6

    Nadia (giovedì, 15 marzo 2018 17:43)

    L’educazione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo.
    (Nelson Mandela)
    Per cambiare il mondo ci vogliono forza e coraggio. Ci vuole coraggio a dire di NO!
    Ma con i No, con le spiegazioni, il dialogo, l'amore...allora si che si possono cambiare le cose... crescere dei figli capaci di vivere nella società odierna. Capaci di stare nel mondo, di viverci nonostante le contraddizioni, capaci di sapere discernere su cosa è giusto e sbagliato..saper vivere tra i loro coetanei senza essere degli ufo ma nemmeno delle marionette.

  • #7

    Carla (giovedì, 15 marzo 2018 20:48)

    Credo che mia figlia sia libera di fare ciò che vuole. Noi lavoriamo sempre. L'unica cosa che possiamo fare per farle capire che le vogliamo bene è accontentarla

  • #8

    Luciana (giovedì, 15 marzo 2018 22:34)

    Giusta osservazione! In questa frenetica società dei consumi giustificare un No richiede troppo tempo e dispendio. È apparentemente più facile accontentare le richieste dei nostri bambini/ragazzi... ma si fa davvero il loro bene? Non credo proprio... quando da adulti si troveranno per la prima volta di fronte a dei no e a degli insuccessi, come reagiranno?

  • #9

    Francesca (venerdì, 16 marzo 2018 07:49)

    E come cresceranno se non sono allo stesso livello dei loro compagni? Devo essere tutti uguali altrimenti non li considerano

  • #10

    Marco (lunedì, 19 marzo 2018 10:11)

    Voglio condividere con voi una filastrocca "in tema".

    I NO CHE AIUTANO A CRESCERE

    A volte ti faccio arrabbiare lo so
    E tu mi riprendi e mi dici di no
    Allora mi metto a fare il ribelle
    Combino un milione di marachelle.
    Tu ti fai vicino e mi guardi arrabbiato
    Capisco che forse ho esagerato.
    In me nasce allora una gran confusione
    Non so dove andare, mi viene il magone.
    Ci provo una volta ancora a far finta
    Che non sei arrabbiato e me la dai vinta
    Con un tentativo maldestro e abbozzato
    Ti dico «Cattivo, il tuo bimbo è arrabbiato».
    Con calma e fermezza, mi prendi per mano
    Mi fermi e mi metti sul nostro divano
    su una seggiolina o nella mia stanza
    E io scopro che hai mostrato costanza.
    Nel farmi capire che un limite c’è
    L’erba voglio c'è solo nel prato del re
    Comprendo che la tua calma fermezza
    Mi insegna a volte più di una carezza
    Mi fa ritrovare la strada maestra
    Bloccando l’azione sbagliata e maldestra.
    Papà ogni tanto – non sempre però –
    Continua ad amarmi dicendomi no.
    (filastrocca tratta da "Nella pancia del papà. Padre e figlio una relazione emotiva" di A.Pellai, Franco Angeli ed.)

    Una filastrocca da leggere con i nostri figli. per fare capire che a volte dentro ad un no c'è tutto l'amore di un genitore.
    ma anche da leggere con altri genitori, nonni, zii spaventati che dover dire no ad un bambino significhi farlo sentire poco amato.